Nell’episodio odierno Andrea ci ha fatto rivivere il suo viaggio, dagli inizi 2000 a Milano quando si occupava di Cinema per poi iniziare un incredibile avventura di più di dieci anni in Cina che lo ha visto protagonista in diversi ruoli di rilievo nello sport business: progetti legati alle Olimpiadi di Pechino 2008, all’Expo di Shangai del 2010, alle finali di Supercoppa italiana in Cina e tanti altri. Dopo 13 anni è tornato nel nostro Paese dove tutt’ora si occupa di diversi progetti in ambito sportivo, dalla riqualificazione del Porto turistico di Roma fino ad una serie di eventi di promozione delle discipline paraolimpiche.
Per affrontare il mondo del lavoro e la propria vita è fondamentale conoscere sé stessi. Spesso per poterlo fare bisogna allontanarsi da tutte le comfort zone e tutti i punti di sicurezza ponendosi in contesti in cui si è distanti dai punti di riferimento potendo contare solo su stessi e sulla propria capacità di adattamento. A questo aspetto se ne unisce un altro fondamentale, un qualcosa che Andrea coltiva da sempre e la sua esperienza in Cina non ha fatto altro che rafforzare: la cultura del fare. Fare, fare e ancora fare. Fare come base per crescere, come causa di errore ma anche e soprattutto come punto di partenza per la creazione di soluzioni e per un continuo miglioramento.
In seguito abbiamo aperto una breve parentesi sullo sport marketing in Cina con il racconto del caso Robe di Kappa per poi tornare su quelle che sono le opportunità che ci vengono date ogni giorno e su come approcciarsi ad ogni situazione per farla diventare parte del proprio bagaglio.
Poi il progetto che è forse il fiore all’occhiello del grande lavoro svolto da Andrea nel nostro Paese: la riqualifica del porto turistico di Roma. La sua avventura è iniziata nel 2016 quando il porto era appena stato sequestrato e si trovava in condizioni alquanto rivedibili. Il punto cruciale è stato vedere ciò che si aveva a disposizione, analizzarne gli spazi e da li dar vita ad un fiume di idee per rivalorizzarne tutti gli aspetti tenendo bene a mente l’eredità storica e culturale di quel luogo che aveva già di per sé un patrimonio intrinseco in grado di dare una piccola spinta per la ripartenza. E poi un grandissimi lavoro, fatto soprattutto di sport, che ha portato il porto da avere 300k visitatori all’anno nel 2017 ad averne oggi circa 3 milioni.