Oggi cambiamo campo, dal calcio alla pallacanestro per una chiacchiera con Alessandro Molinari, co-founder di Dunkest.
Per chi non lo conoscesse, Dunkest è un fantabasket online ed una piattaforma di riferimento per gli appassionati di basket in Italia. Nasce nel 2013 e ad oggi conta circa 100k follower tra le varie pagine social e un fantagioco con più di 200k squadre iscritte tra NBA, Lega basket ed Eurolega.
Con Alessandro abbiamo iniziato parlando delle origini di Dunkest. Come è nato, da quale idea. Subito appare chiaro come posizionarsi dove c’è una richiesta di mercato ed un bisogno non soddisfatto può fare enormemente la differenza. Ecco, quindi, due parole sulla strategia ma anche sui primi problemi e sulla gestione di questi problemi per poi giungere ad un tema molto caldo: la community.
La community è stata fondamentale nel processo di crescita. Processi di condivisine, advocacy e non solo; la fan base appassionata è stata fondamentale poiché più tollerante, in grado di generare più soddisfazioni e di porsi nel modo giusto nel fornire feedback e critiche che sono fondamentali e si sono rilevate costruttive per il processo di crescita. La stessa community si è poi ampliata inevitabilmente e questo ha richiesto a tutto il team di Dunkest una revisione delle strategie per cavalcare il fenomeno ma soprattutto per fornire dei contenuti in linea con e richieste (sia in termini di tone of voice che in termini di qualità e fruibilità delle informazioni). Da qui la volontà di abbracciare nuovi social e creare modi per mantenere alto il tasso di engagement (ad oggi tra i più alti in Italia con un 12.32%).
È stato interessante scoprire, tra le altre cose, come il periodo di lockdown sia stato quello di maggior crescita (paradossale visto che i campionati erano fermi e quindi il gioco non era utilizzabile). Una crescita che è arrivata grazie alla volontà di aggiornarsi e di reinventarsi attraverso collaborazioni con community e challenge ma anche riprendendo in mano le storie di Instagram focalizzandosi su qualità e interattività con dei sondaggi ad esempio. Nell’ultimo anno i follower sono triplicati (da 30k a 90k).
Sul finale abbiamo parlato di quali saranno i prossimi step, dal coinvolgimento di più appassionati sul territorio italiano fino alla volontà di un approccio internazionale (già ad oggi Dunkest ha comunità in Brasile, Spagna e nei Balcani). Nonostante l’aumento dei competitor qualora ci si sposta in nuovi Paesi, l’aver creato un format nuovo e diverso permette di crescere e attaccare il mercato con armi differenti.
Abbiamo chiuso facendo il punto sula Lega Serie A. Alessandro consiglia di focalizzarsi sulle giovanili ma propone anche di ragionare sulla formula del campionato. Ultimo punto fondamentale? Rivedere i regolamenti sui contratti per evitare esodi incredibili ogni anno con difficoltà per il pubblico di affezionarsi e di legarsi alle squadre e quindi al prodotto nel suo complesso.
Una piattaforma totalmente virtuale ci ha fatto capire quante cose in più si possono fare. La conciliazione tra virtuale e reale può davvero migliorare le cose, Dunkest ci ha mostrato come.