Oggi con noi Alessandro Ugoccioni, marketing manager del Cesena Football Club, in un episodio divertente e ricco di spunti per chi ha voglia di fare, rinnovarsi e trarre il meglio dal territorio nel quale opera.
Dopo una breve chiacchierata sul percorso di Alessandro, ci siamo addentrati nel vivo dell’ultimo decennio di gestione sportiva del Cesena Calcio: il ritorno in A, la retrocessione e gli anni di B ma anche il fallimento e la rifondazione. Nonostante queste montagne russe, Alessandro ha continuato ad operare seguendo la strada che da sempre ritiene quella giusta ovvero puntare su innovazione, attenzione per il tifoso ed un miglioramento graduale, ma continuo.
Abbiamo parlato di stadio e di come rinnovarlo e ammodernarlo. Il Cesena, dal canto suo, ha uno stadio che è fiore all’occhiello della Lega Pro e sarebbe tra i migliori anche nella Serie A. Lo stadio “Orogel Stadium Dino Manuzzi” fu il primo ad implementare, nel 2011, i real box: degli sky box dentro al campo, sul calcio d’angolo, creati per dare la sensazione agli ospiti di vivere in prima persona la partita a fianco dei giocatori. Da quel giorno si è cercato sempre di fare delle scelte volte ad aumentare le funzionalità dello stadio e i servizi per i tifosi e le aziende. Ma i miglioramenti non finiranno qui, Alessandro ci racconta come ha intenzione di rendere il l’Orogel Stadium Dino Manuzzi un impianto eco-sostenibile, con servizi digital e sempre più a misura di famiglia. Lo stadio d’altronde impatta su tutto l’ecosistema: fa bene ai conti, crea appeal per gli sponsor, migliora l’experience dei tifosi e avvicina nuovi persone se in grado di offrire servizi differenti.
L’atro filone importante che abbiamo trattato è quello del territorio, da qui nasce la strategia di porre Cesena come il Club della Romagna, non solo cittadino.
L’obiettivo non è, dunque, ampliare il bacino a livello nazionale ma creare un senso di territorialità e appartenenza e migliorare la densità in questi confini.
Per lavorare sulla densità bisogna lavorare sugli aspetti cardine del territorio ed è anche da qui che nasce l’hashtag #daiburdel (espressione dialettale del “andiamo ragazzi”) che è ormai un marchio registrato e lo possiamo ritrovare sulle maglie, nel merchandising, nelle grafiche dello stadio e fa parte di ogni elemento caratterizzante la strategia.
Nell’ottica di un focus sulla territorialità è altresì Importante valorizzare sempre di più i tifosi già presenti; i processi di membership servono a questo ma anche, come nel caso di Cesena, a riavvicinare tifosi che hanno magari subito shock sportivi o societari..
Abbiamo chiuso parlando dell’iniziativa di cashback: questa può essere vista come trait d’union, tra territorio, tifosi e conti economici Il cashback nasce dalla possibilità di ampliare il bacino di partner: si passa infatti da quasi solo partner b2b ad avere un insieme di partner b2c creando vantaggi sia per un gruppo di esercenti di riferimento che desidera sostenere la causa, sia per i tifosi che avranno un ritorno su alcuni acquisti che già generalmente fanno. Di nuovo, questo strumento è il primo passo di una strategia più grande che mira a digitalizzare i processi con la volontà di migliorare ulteriormente l’esperienza del tifoso e della comunità.
E allora, dai burdel, buon ascolto!